E così sia… All’ arberi pizzuti ce so’ annato, ma non te ce ho trovata ancora spenta. Se dici che ce sei sarai accasata a quello fuori porta, addò se porta er letame de li morti che già vivenno puzzano de loro. A core a core con te non ce so stato ce guardavamo da sempre già in cagnesco che quanno ancora esco me viene na briezza ca me fa perde da sempre la cavezza e vado libero pe li fatti mia fin dove non ho voglia ancor de dì: A li mortacci tua e cosi sia! Gioacchino Brutti 12.10.018
Nazario Serra – Ragazza Bizzarra – olio su tela - 2008 Alla galleria “Il salotto dell’Arte” a Roma NAZARIO SERRA E L’AMBIGUITA’ DEL REALE. I segni e le forme sono sintetici, perché l’artista non vuole raccontare delle presenze oggettive, ma esprimere il senso profondo, ambiguo e misterioso della vita. Nazario Serra espone nella galleria “Il salotto dell’arte” di Roma una serie di opere elaborate sul tema della donna e dell’amore in chiave surreale con tutte le nodali e problematiche interferenze tra la realtà e l’inconscio con i suoi brandelli di vita assemblati in maniera analogica. I segni e le forme sono sintetici, perché l’artista non vuole raccontare delle presenze oggettive, ma esprimere il senso profondo, ambiguo e misterioso della vita. L’accumulazione dei vari elementi concorre a creare un tessuto metastorico di fluente ed apparente tranquillità, quasi di protezione dagli strappi ...
AGOSTINO D’ANTONI: IN ASSENZA DELLA VISTA SONO LE SUE MANI A VEDERE E CREARE SCULTURE IN TUFO E IN LEGNO Agostino D’Antoni è uno scultore di grande talento: in assenza della vista sono le sue mani a vedere e creare ceramiche e sculture in tufo e in legno. Vale la pena di conoscere la sua storia che è stata un’inaspettata avventura. È nato nel 1950 nelle vicinanze del Porto di Palermo e, fino al divorzio dei suoi genitori, ha trascorso un’infanzia felice. Fino a sette anni la sua vista era normale ed era affascinato dalle forme e dalle linee delle architetture e delle pietre, dai colori così variabili del cielo e del mare. Tra i sette e gli otto anni una malattia agli occhi gli fa perdere lentamente la vista in maniera permanente, malgrado i genitori lo abbiano fatto visitare dai più bravi specialisti. Un dolore straziante gli attraversa l’anima, perché, come ha scritto Iorge Luis Borges, “la cecità è una forma di solitudine”. All’inizio della sua condizione di non...
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