Fulloni, Corriere della Sera: “Io, giornalista di Ostia, vi racconto il dramma di Milano
Fulloni, Corriere della Sera: “Io, giornalista di
Ostia, vi racconto il dramma di Milano”
Alessandro Fulloni. Alcuni degli articoli del Corriere
della Sera che raccontano il dramma lombardo di questi ultimi mesi,
portano la sua firma. Una firma cara al litorale dove il giornalista è
professionalmente cresciuto.
Fulloni: “Vi racconto il dramma della
Lombardia”
“A Milano ogni giorno muoiono 90
persone, non direttamente per motivi legati al Coronavirus. Nello stesso
periodo dello scorso anno i morti erano 30. A Bergamo lo scorso anno morirono 4
persone ogni giorno, oggi ne muoiono 21. Quindi sette volte tanto. I morti a
Milano tra il 1940 e il 1945, gli anni della guerra, i bombardamenti
provocarono 2000 morti, lo stesso numero di deceduti registrati in 50 giorni di
emergenza Coronavirus. Noi parliamo sempre di morti ufficiali. E’ assai
verosimile che i morti siano circa 6000.Nel mio modo di fare giornalismo c’è
ancora un grande pezzo di Ostia”.
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involontario” al summit a porte chiuse
M5S, giornalista del Corriere “infiltrato
involontario” al summit a porte chiuse
Pubblicato il 4 Marzo 2013 12:45 | Ultimo
aggiornamento: 4 Marzo 2013 13:23

Il summit è giunto al momento della pausa. Vengono servite bibite,
bottiglie di minerale, caffè. Alcolici non se ne vedono, salvo un paio
di birre. Da dietro al bancone il barman appunta con diligenza tutte le
consumazioni, e a bassa voce si lascia sfuggire col giornalista: “Questi
mi sembrano un po’ tirati”.
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Alessandro Fulloni per il Corriere quindi scrive:
Poi in effetti verso sera, quando i «cittadini-parlamentari» lasciano il
Saint John, si apprende che durante il «conclave» si è discusso anche di come
pagare il conto del bar. Appunto: democrazia diretta, una colletta tra
parlamentari. Contante e spicci raccolti di mano in mano da un’attivista di
Roma – così si definisce la signora Barbara, una sessantina d’anni portati con
piglio sportivo – e infilati in una busta da lettere consegnata poi –
ovviamente con rilascio di ricevuta – alla concierge del Saint John.
Ma c’è anche l’affitto della sala conferenze da saldare e qui si scopre che
il conto se lo sono divisi i cittadini-parlamentari eletti nella Capitale. Il
motivo lo spiega il deputato Stefano Vignaroli, tecnico video Rai, 36 anni:
«Chi è giunto da fuori Lazio si è dovuto sobbarcare le spese di viaggio e di
alloggio. Per questo a noi romani è sembrato giusto offrire loro il pagamento
della sala».
E di cosa si è effettivamente discusso durante il summit? Il giornalista del Corriere ha raccattato un fogli di carta buttato
da un attivista nel cestino della sala conferenze.
Ma forse in «conclave» si è discusso anche di altro, almeno stando a quanto
si legge sugli appunti che qualcuno dei cittadini ha scritto su un foglio poi
buttato in un cestino della sala conferenze. Una specie di «diagramma di
flusso» che in testa pone la voce «comunicazione interna», poi quella
riguardante «la comunicazione esterna». Seguono altre parole in successione:
«soluzioni provvisorie», «mailing list», «riunioni dal vivo». Una volta «a regime»,
si affronteranno altre priorità. Il diagramma di flusso le dettaglia così:
«segreteria», «commissioni», «staff».
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