Ostia – Angelo Pelleriti, affabile e sempre sorridente imprenditore della concessionaria Opel, non c’è più. Nella mattinata di oggi, sabato 29 settembre, ha avvertito un improvviso malore mentre era a lavoro. Ha fatto appena in tempo a raggiungere casa e a salutare per l’ultima volta la moglie, l’amatissima Lina.
Il litorale romano perde con Angelo Pelleriti un grande imprenditore, gentile e onesto lavoratore. Discreto, assente dalla vita mondana ad eccezione delle serate di anteprime cinematografiche a Cineland, tuttora (alla soglia degli 80 anni da compiere il prossimo 20 ottobre) era un lavoratore instancabile. Le sue energie sono sempre state rivolte a Marinauto, la concessionaria Opel e GM della quale da 45 anni era il responsabile vendite, ed alla sua famiglia.
La concessionaria Marinauto di Ostia
Nel 2010 dalle mani dell’allora vicesindaco Mauro Cutrufo e dell’assessore alle Attività Produttive Davide Bordoni ricevette in Campidoglio il Premio Speciale alla Carriera nella giornata dei Cavalieri del Lavoro. Questa la motivazione: “Angelo Pelleriti inizia la sua attività di concessionaria, assistenza tecnica e magazzino ricambi nel 1973, con la moglie Lina e 7 dipendenti. L’azienda si espande e, nel 1992, entra a far parte dell’organico anche la figlia Cristina e, nel 1998, suo marito Nicola. In 37 anni di attività commerciale, sono oltre 30.000 le vetture vendute e sono 32 i dipendenti impiegati nei numerosi reparti delle varie sedi”. Sempre nel nome e nella organizzazione Marinauto sono le due filiali rispettivamente di Nettuno e Pomezia.
Angelo Pelleriti
I suoi funerali, organizzati dall’agenzia di Dario e Danilo Lorenzetti, si terranno lunedì 1 ottobre alle ore 10,30 presso la chiesa di Santa Monica. Angelo Pelleriti lascia nel dolore più profonde la moglie Lina, la figlia Cristina, il genero Nicola ed i nipoti Riccardo e Luca. A tutti loro vanno le condoglianze della nostra redazione.
E così sia… All’ arberi pizzuti ce so’ annato, ma non te ce ho trovata ancora spenta. Se dici che ce sei sarai accasata a quello fuori porta, addò se porta er letame de li morti che già vivenno puzzano de loro. A core a core con te non ce so stato ce guardavamo da sempre già in cagnesco che quanno ancora esco me viene na briezza ca me fa perde da sempre la cavezza e vado libero pe li fatti mia fin dove non ho voglia ancor de dì: A li mortacci tua e cosi sia! Gioacchino Brutti 12.10.018
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