Quando presi atto
del tuo assecondare
l’amore che io ti portavo,
mi sembrò di sentire
il notaio recitare
le sue frasi fatte
a testimone
del suo sincero agire
tra le parti
per garantire
fin dove era possibile
quell’unità di intenti
ormai asseverata
dai tanti appuntamenti
e dai propositi
che avevamo recitati
guardandoci negli occhi
senza attriti,
senza pentimenti
per le rinunce
che volevamo entrambi,
coscienti
di quel che dicevamo
preso atto
dei nostri sentimenti
in attesa di un bacio
trepidante
anche se in mezzo alla gente
che ci avrebbe guardati
con tanta meraviglia.
Ti presi la mano
e la portai al cuore
per farti sentirne il battito
ormai in preda l’amore
mentre gli occhi ti guardavano
sperando un tuo sorriso.
Volevo prenderti il viso
tra le mani
ma non trovai unità
d’intenti.
Capì che non era
ancora il momento
per andare oltre.
Un accento di troppo
mi trattenne a stento
e una folata di vento di mare
appose il suo commento
rimandando tutto al domani.

Ti accompagnai
ma non seppi che dirti
guardandoti voglioso
di un tuo occhio amoroso.
Non ti girasti nemmeno,
ma fu il meno
a trattenermi
tornando sui miei passi
di guardare indietro
per ritrovarti
e non pensare a un sogno
che ne facevo tanti all’epoca.

Gioacchino Ruocco
31.01.2020
Ostia Lido

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