Da Viareggio ad Ostia LORENZO VIANI: UNA POESIA SENZA COMPROMESSI


Da Viareggio ad Ostia
LORENZO VIANI: UNA POESIA SENZA COMPROMESSI
La concezione del linguaggio poetico - aspro, oscuro, intriso di suoni onomatopeici, ermetico, con un ritmo frantumato ed allusivo, con neologismi, parolibere, a rime baciate in un susseguirsi di metafore e di immagini - ha sulle pareti dell’ex Collegio IV Novembre dei momenti alti e persuasivi poiché ogni singola parola è capace veramente di esprimere una simultaneità di sensazioni, d'impressioni, di simboli, segni e suoni dal potere riassuntivo e ricco di suggestioni.

Molte volte ho raccontato l’arte di Lorenzo Viani  ( Viareggio 1 ° novembre 1882 -Ostia lido 2 novembre 1936 ) –  pittore, scultore, incisore, scrittore, poeta e giornalista viareggino di grande talento, morto sul nostro territorio, ad Ostia, dopo aver terminato le pitture murali del Collegio IV novembre, poiché è   proprio in due ampi saloni di questo edificio che ha lasciato l'ultima testimonianza della sua feconda e poliedrica vicenda artistica.  
Sulla parete principale, a destra dell'ingresso della seconda sala esegue "11 Porto", esemplato sul tipo della darsena viareggina, con un ampio specchio d'acqua interno, calmo e riparato dai venti e dalle tempeste, pullulante di ogni tipo d'imbarcazioni, quasi un bacino di carenaggio dove si portano le navi per eseguire lavori o per tenerle in disarmo.
Ad angolo, sulla parete sovrapporta una poesia fa quasi da didascalia all'immagine: "II PORTO/ SIRENE/ LUPE/ FAMELICHE SITIBONDE DI SPAZIO/ CUPE/ IN FORESTA D'ALBERI BRUCATI DI FOGLIAME/ SARTIAME/ ABBRACCIA SELVE/ INTRICATI SU FIANCATE DI NAVI ABBRUNIATE/ SERPIGINE DI CORDAMI/ VELE ABBISCIATE SUI BOMPRESSI AI PENNONI/ CASCANTI SUI MASCONI/ RANDE/ POSSENTI ALI SCALPELLATE DAL VENTO SALMASTRO/ PENNONI RASTREMATI/ IMBRANCATI DI CATARDE/ CUBIE CERCHIATE DI VERDE CARFAGNO/ LAGNO/ D'INTERMINABILI CATENE". E ancora, più avanti, sulla stessa parete: " POLENE/ POLENE/ POLENE/ DEITÀ MEDITERRANEE SCALPELLATE NEL SORBO TERMINALE/ BULLONATE SUL TAGLIA MARE/ MARE/ MARE/ MARE/ IMPASSIBILE MARE/ ALDILÀ DEGLI ANTE MURALI/ MUNITI/ D'INVULNERABILE PIETRAME/ NUBI DI LOPPA/ PIOVASCHI DI GRANAGLIE/ RISUCCHIATE DAI SILOS VENTOSI/ SUI VENTRI DELLE NAVI ONUSTE/ ALL'ORMEGGIO SICURO/NEL PORTO STREPENTE-
La concezione del linguaggio poetico - aspro, oscuro, senza compromessi, intriso di suoni onomatopeici, ermetico, con un ritmo frantumato ed allusivo, con neologismi, parolibere, a rime baciate in un susseguirsi di metafore e di immagini - ha qui dei momenti alti e persuasivi poiché ogni singola parola è capace veramente di esprimere una simultaneità di sensazioni, d'impressioni, di simboli, segni e suoni dal potere riassuntivo e ricco di suggestioni.
Come ha scritto Pietro Pancrazi in Fascismo e letteratura, pubblicato sulla rivista letteraria La Nuova Europa del 1944, il fascismo ha funzionato soprattutto come revulsivo letterario. Il fascismo urlava, e i poeti del tempo parlavano tutti sottovoce; il fascismo mostrava un'illimitata fiducia nelle parole più iperboliche e i poeti del tempo finirono per non fidarsi più neppure delle parole oneste, e le smorzavano nel puro suono o le piegavano a significati e allusioni insolite. Il fascismo tirava a propagandare e i poeti a rendersi incomprensibili; quello diceva di andare verso il popolo, e i poeti, insieme ai loro critici, correvano a rinserrarsi nell'ultimo piano della torre d'avorio di quei termini impossibili che spesso furono rimproverati anche a Viani dal capo redattore del Corriere della Sera, Rizzini, che gli rimandò indietro più di un articolo. L'artista viareggino in un suo manoscritto dal titolo "Orme sulla sabbia" replica ".. .le parole che io adopero non sono versiliesi, ma provengono dal gergo vigoroso della gente del mare, udite nei luoghi che puzzano d'aringhe e di pece....le colgo dalla bocca dei miei soggetti e gliele appioppo sulla pelle a colpi di penna....di maestri ho avuto soltanto quello della seconda elementare, e nella vita fino alla non tenera età di anni 40, non pensai mai a scrivere. Lo faccio ora con la disinvoltura con la quale un sonnambulo cammina sui precipizi... "
            Quando Viani indaga sul problema dell'esistenza umana, qualunque sia il linguaggio che adopera - incisione, scultura, disegno, pittura, prosa o poesia - come Jaspers, lo fa non per metterne in evidenza i valori e la ricchezza, ma per evidenziarne la povertà e lo sgomento specialmente in quelle situazioni limiti, necessario e non mutabili come il non poter vivere senza lotta e dolore e l'essere destinati fatalmente alla morte.
                                                                                                      Anna IOZZINO


Lorenzo Viani – Il porto – 1936 – pittura murale – Caserma IV Novembre – Ostia Lido









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